Musica: "Korogocho", Luca Francioso
Non ne posso più. Non è
tanto per dire: davvero non ne posso più! Non ne posso davvero più di questa
marea di carta che ingolfa la mia cassetta della posta. Sprecata. Carta
sprecata e anche male, per giunta, di sopra… tutta ‘sta cartaccia che nelle due
ore passate da quando lascio casa per andare a sorseggiare una cosa fresca con
gli amici fino a quando non torno alle 13.30 per il pranzo mi impattumano nella
mia bella, squadrata e massiccia cassetta postale dove attendo mensilmente
“Quattroruote” e “Al volante”.
Allora, vediamo per
cosa hanno sprecato carta e inchiostro oggi: dunque… offerte Ipercoop, offerte
Esselunga, offerte Auchan (Offerte? Cavolo, il nuovo S4… lo prendo, tanto l’S3
ce l’ho ormai da già tre mesi!), apre una scuola per parrucchieri, apre
un’altra scuola per estetiste, apre un centro di formazione per operatori
dell’ozio, qui vicino tengono un corso di perfezionamento per la stiratura di
capi d’abbigliamento cinesi, nuova scuola di ballo dietro casa, ENEL luce e
gas, carta verde – Ahi! Notifica giudiziaria – deve essere quel vermaccio che
ci fece l’avvertenza ché non gli pagavamo i contributi, bolletta dell’acquedotto, AVIS
donazione del sangue domenica prossima…(pure questi…), mobilificio “L’antica
credenza”, una “Torre di Guardia” umidiccia e appiccicosa…insomma una caterva di
cartacce.
Però, devo dire che
risparmio un sacco di spiccioli grazie a questa ingente quantità di carta
inchiostrata! Da un po’ di tempo infatti non acquisto più la diavolina per
appiccare il fuoco che la sera cuoce lentamente le squisite grigliate che
faccio con gli amici. Salsiccia, bistecche, “bombette”… ah! Che gusti sublimi.
Quando finisco di arrostire la mia ricca porzione di carne mi accomodo, sparo
via il cellulare sotto l’altarino che mia madre ha approntato vicino la porta
della lavanderia (dove dunque passo il meno possibile) e inizio a sganasciarmi
voracemente tutto quanto. Come dico sempre a mia madre quando la mando a fare
la spesa… i soldi spesi per mangiare sono i soldi meglio spesi! Sfido chiunque
a contraddirmi.
Che poi…bisogna trovarsi
un interesse che permetta di ben comparire. Io ad esempio ho trovato un bar
serio, fashion, che frequentiamo in pochi, tutti selezionati. Da ragazzo ho
studiato un po’ poi mi sono seccato e con papà siamo andati a Napoli per
diplomarmi perito agrario; poi ho seguito mio padre in ditta; sinceramente però
non piace la puzza dei concimi e mo’ mi occupo di smistare la posta in arrivo a
casa, dopo che mio padre una sera mi urlò “E almeno, figlio mio, una cosa in
casa falla…”. Ma che me ne importa! Questi non capiscono che devono lasciarmi fare
quello che voglio. Anche perché hanno il dovere di darmi quanto
voglio…altrimenti…ci avessero pensato prima. Sto bene a casa. Mi godo la
vita. E incendio cartacce. Con i volantini dell’Ipercoop e dell’Auchan metto
fuoco per la salsiccia; con i pieghevoli della scuola per estetiste metto fuoco
per i peperoni arrostiti; con la cartolina AVIS faccio fuoco per la bistecca al
sangue… eh, spiritoso io, capita la battuta?! Insomma più carta c’è, meglio va
il fuoco. Il resto non mi interessa, non mi riguarda. I tg? Li
guardo verso la fine, allo sport e al gossip. Ho bisogno di rilassarmi dopo una
giornata e prima di uscire verso le 23! Posso mica tritarmi il cervello con
spread, guerre prossime, Giorgio Napolitano e Barack Obama? Per non parlare poi
della cronaca sullo stato di salute di Nelson Mandela o sulle telefonate di
papa Francesco! L’altro ieri per esempio, mentre ingozzavo di nafta la mia
superlativa Audi A8, due loschi tizi si sono avvicinati chiedendomi un’offerta
per la festa di San Giuseppe. Uno mi ricordava mio zio Ruggero che ha tirato le
cuoia senza lasciarmi nemmeno un paio di ettari di terreno; l’altro mi
ricordava zio Gustavo, marito di zia Lella, che invece mi ha fatto trovare due
assicurazioni sulla vita. Proprio per questo idilliaco ricordo d’amore
familiare non gli ho assestato due calci nel didietro ma li ho congedati
bonariamente con un discreto: “Scia’ rumpiti li šcatuli a ‘nn’atra vanna”. Ecco
vedi, questo è il guaio: la gente chiede, chiede e non vuol provvedersi da sé.
Ti invade per avere da te, ti riempie di complimenti, elogi, fino ad arrivare a
spedirti carte a casa per proseguire a chiederti di raggiungerla e spendere. E
cavolo.
Vogliono tutto da noi. Ma
ormai io ho inteso l’antifona e quindi possono zampettare al largo. Qua…ci
abbiamo messo tanto per arrivare dove stiamo! I soldi per mantenere la mia A8 a
mio padre non li regala nessuno! Che poi siamo pure generosi. Ad esempio il
mese scorso per festeggiare i miei 35 anni ho affittato tutto il “Discovery
Pub” e ho offerto cibo e alcool a una settantina di amici, tutti della mia
cricca massiccia; ma eravamo solo noi, bella gente, amici e ragazze per tutti;
e senza dover aspettare il turno di niente perché quando esci cartamoneta
verde e violetta non puoi aspettare. Quella sera ho inquadrato una tipa proprio
criminale, bella, fuori di testa. Non la conoscevo, onesto, chi fosse non
sapevo. Eppure il locale era tutto per me, per noi, per la mia festa insomma.
Imbucata? Eh no, alla mia festa solo gente di una certa classe. Però dai, questa
era carina: potevo tenerla. Penso velocemente come agganciarla. Mi avvicino,
vado, mi lancio. Ci siamo scambiati due parole, lei era lì per
lavorare. Bah, va bene lo stesso. Le dico che papà ha la ditta e io ho l’A8.
Lei segna il mio numero. Dice che mi chiamerà entro un paio di giorni.
*-*-*-
Cavolo due giorni sono
passati e lei, Azzurra, ancora non mi ha chiamato. Com’è? Forse non ha segnato
bene il mio numero? O forse non ha capito che ho l’A8? Attendo da stamattina;
pensa che non sono andato nemmeno a sgargarozzare nulla di fresco al bar, non
ho nemmeno fatto in tempo a svuotare la cassetta della posta per fare spazio a
“Quattroruote” e “Al volante” che dovrebbero arrivare in questi giorni. Non mi
chiama. Sono le 20.00 e non mi ha chiamato ancora. Che faccio? Torno al locale?
*-*-*-
Musica: "What Can I do", The Coors
Mi ha chiamato Azzurra. Mi
ha chiamato poco fa. La sua voce è bellissima. Credevo che volesse uscire
stasera invece mi ha detto di raggiungerla domenica all’Ufficio Sanitario. Dice
che c’è la donazione del sangue. Io per non scomparire ho detto che una volta
mi era arrivata a casa una cartolina sulla quale c’era la scritta AVIS, dona il sangue
e cose del genere. Però ora non la trovo più… lei mi ha detto: “Ah, ti mandano
pure l’avviso? E come mai non sei mai venuto?” ma io che ne so, non ho saputo
dirle niente. Domenica andrò da lei, ma ovviamente la prendo e la porto via da
lì per un giro con l’A8. Non è che rimaniamo all’ufficio
sanitario a fare la beneficienza, la solidarietà, e tutta quella roba sfigata.
Basta, io sto bene. Se poi ci sono problemi si pensa.
*-*-*-
Sono appena tornato a
casa. Ho passato la mattinata con Azzurra in AVIS. Lei mi ha accolto con un
sorriso splendido. Mi ha portato davanti un signore liscio e gentile che ha
chiesto i miei dati. Poi Azzurra mi ha indicato un’infermiera che mi ha portato
in una sala piena di bella gente, pulita, precisa. Mi sono sentito un po’ in
imbarazzo. Ho pensato alla mia A8 per pomparmi ma non era sufficiente. Mi sono
accomodato sul lettino e per la prima volta ho donato il sangue. Un po’ di
paura, l’ago e tutta la cosa là… ma con me è rimasta Azzurra. Poi abbiamo fatto
colazione insieme e verso mezzogiorno l’ho accompagnata a casa. Lei ha detto
che sono simpatico e che crede sia un bravo ragazzo. Io lo credo un po’ meno.
Ma oggi forse ho capito che posso guardare diversamente la mia vita. Ho amici e
una bella famiglia; ma non è più vero che mi interessa solo di me, devo per
forza vedere attorno cosa succede. Certo, non posso fare granché ma il mio
piccolo impegno, il mio contributo non deve mancare. Come oggi che ho donato il
sangue. Mi impegnerò, qualcosa la farò per gli altri. Magari tenendo la mano
della mia Azzurra.
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Monologo a cura dell'associazione culturale “Il Pozzo e l’Arancio”, interpretato da Luca Carbone nel corso della VI Edizione del Concerto AVIS “Con la musica nel sangue!” - Cineteatro Salerno, giovedì 12 Settembre 2013.