mercoledì 1 ottobre 2014

"...perchè chi non sa ha già perso la partita..."



Musica consigliata: "Coming up for air, Philip Selway"

Ho sempre guardato con attenzione una cornice in argento, immobile e sonnolenta su di una consolle verticale del salotto. Non è la solita cornice in argento, elaborata al limite del kitsch, da digerire come pillola amara dopo i saluti di una cerimionia di battesimo, di comunione o di matrimonio. E' una cornice molto squadrata, semplice, nata per trasmettere un messaggio lievemente inciso nel metallo: "Un giorno da ricordare". In quella foto corro ad abbracciare mio fratello, come avrò fatto mille volte da bambino, ma quel giorno così ordinario è divenuto straordinario per il semplice fatto di aver vinto una selezione interna, collocandosi in quello spazio espositivo d'onore dal quale nessuno ha più avuto il coraggio di rimuoverlo negli anni. Alle spalle della scena, la fine di uno scivolo, quasi a voler metaforicamente ricordare ai futuri uomini che nella vita non sarebbe stato poi tutto in salita, come magari qualcuno avrebbe voluto farti credere.
Sono reduce da un'altra giornata da ricordare. Non per la stretta di mano di un presidente regionale che ti chiama per nome, ma perchè venerdì 19 settembre penso di aver chiuso un percorso di vita, fatto di esperienze che potrò raccontare ai miei figli con ricchezza di dettagli e autentica soddisfazione. Ho sempre sperato di poter vivere un periodo della mia esistenza in cui le mie azioni fossero condivise e indirizzate da un movimento. Un movimento di rinascita artistica, culturale, sociale. Un po' come ricordiamo la secessione viennese di Hoffmann, il Bauhaus di Gropius, lo slancio architettonico della Parigi di Mitterand, la riqualificazione di Barcellona con i fondi dei cinque cerchi, il risveglio di Bilbao nel titanio del Guggenheim, la proiezione futuristica di Bristol nelle atmosfere del Trip hop, la Praga di Jan Palach, i picchi artistici nella Arles di Van Gogh e Gauguin. Sono arrivato a 35 anni con sogni di questo tipo, mi sarei accontentato di un percorso locale, di portata ridotta, ma almeno sincero, pulito, genuino, innovativo, deciso, concreto. Passavano gli anni e non riuscivo a sentire il profumo di un contesto che torna a crescere, a caratterizzarsi, a darsi un'identità tale da essere ricordato nel tempo per qualcosa. Sarà stato per il nostro egocentrismo, per l'incapacità di condividere i sogni e di far svegliare nella gioia della realizzazione un gruppo di uomini che, con perseveranza, sono stati più forti dell'incapacità collettiva di prendersi per mano verso un obiettivo comune. Ma venerdì 19, in quella stretta di mano, ho sentito un fremito leggero attraversarmi la pelle. Era la meglio gioventù pugliese che si è raccolta in questi anni nei sogni di un presidente e ha cambiato questa regione a velocità incontrollata. Sono fortunato ad aver fatto parte di Principi Attivi, dei Laboratori dal Basso, delle N.I.D.I, di Start Cup Puglia, di tutta questa mole di onde in cui bisognava tuffarsi per rimettere in moto una consapevolezza. Forse non abbiamo prodotto opere del calibro del "Caffè con terrazza di notte" e non saremo ricordati per gli impulsi spazio-temporali generati da Teardrop dei Massive Attack. Ma abbiamo fatto parte di un circuito senza precedenti, un circuito orgogliamente europeo e meridionale, e lo abbiamo alimentato con grande entusiasmo, portando il nome della Puglia nel mondo.
Vendola è un politico, con i suoi pregi e i suoi difetti. La mia famiglia ha subito le conseguenze di alcune sue politiche in materia di Sanità, ma non soffriamo di vittimismo per fortuna. Nessuno può negare a quest'uomo che la sua "s" sibilante abbia dato un indirizzo chiaro e deciso alla Puglia che vorremmo e che per certi versi iniziamo ad avere. Perchè un buon politico non deve essere un idraulico chiamato a riparare una conduttura, ma colui che ha la responsabilità di scegliere quale acqua far passare in quella conduttura per alimentare degnamente l'oggi e il domani di milioni di persone. Un buon politico sale sui monti per vedere più in là e si carica di tutte le responsabilità per scegliere la sorgente migliore. Sta al popolo raccogliere quelle acque buone e irrigare filari di futuro, sperando siano equamente ripartiti.
Riporto le parole del presidente, chi vuole apprezzarne il contenuto è libero di farlo: "...bisogna costruire in Puglia un ambiente sociale che ci aiuti a capire quanto è importante che i bambini imparino le cose fondamentali della tecnica e della scienza, che ci sia un'alfabetizzazione tecnologica...perchè chi sa può farcela, chi non sa ha già perso la partita...". Per cambiare lo stato delle cose, basterebbe mescolare un estratto di queste parole nella razione di latte di ogni studente, al mattino, prima di ogni azione che necessita una scelta senza compromessi tra l'impegno e la pigrizia, tra la voglia di conoscenza e la completa beata rassegnazione all'ignoranza. Se l'abbandono scolastico non è una piaga, se la laurea non vale niente, se l'occupazione non piove dall'alto in autunno, se il lavoro tocca sempre agli altri crearlo, con quali mezzi tamponeremo lo scorrere dei rotoli del mondo, quali strumenti adotteremo per barricarci contro i fallimenti nel periodo migliore della nostra vita? A tutto ciò, infine, aggiungo l'insegnamento del padre di uno dei ragazzi premiati: "...se vuoi lavorare, America e lì, America è qua". In dialetto barese ha una presa notevolmente superiore, ma non so trascrivere questo pensiero in barese e lascio immaginare ai miei lettori l'efficacia del contributo linguistico nel trasferimento del messaggio.
Rientrando a casa dopo l'esperienza alla Fiera del Levante ho ascoltato Stereonotte, programma radiofonico condotto da Enrico Silvestrin. Philip Selvay ha pubblicato un pezzo infinito dal titolo "Coming Up for Air". Ho attraversato mezza Puglia bagnato da questi suoni nella testa, controllando i miei slalom stradali tra teneri ostacoli di palle animate con aculei e vibrazioni uniche derivanti dall'essere vivo in questo tempo, in questa regione, in questo percorso che ho deciso di sposare. "Coming up for air" ha il marchio di garanzia derivante dall'essere un frutto generato dalle infinite risorse e ramificazioni dei Radiohead. Ma è un pezzo di rara estensione, fisica e non, verso una sublime ascesa verso l'aria, l'ossigeno, la libertà. These are the days. Autumn days.

Re-Play ha vinto la Menzione Speciale "Social Innovation" nella Start Cup Puglia 2014. E' un progetto basato sullo sviluppo di eco-giocattoli realizzati con plastiche da riciclo derivanti da pannolini post-consumo. A cura dei ricercatori del CETMA: Alessandro Balsamo, Riccardo Gennaro, Alessandro Marseglia, Giuseppe Modeo, Alessandra Passaro, Luca Rizzi, Ubaldo Spina.

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"...con l'entusiasmo spesso troppo facile del poeta d'avanguardia, egli canta la libertà di questa nuova generazione, ma quell'assenza di memoria e di consapevolezza del conflitto morale fa assomigliare quei figli a una folla al di qua del bene e del male, amorfa e incolore, senza peccato e senza felicità, innocente e vacua". (Claudio Magris a proposito del poeta Vasko Popa)

© RIPRODUZIONE RISERVATA - Foto di FRANCESCA CAFARELLA