lunedì 8 giugno 2015

Voglio un sindaco Madre

 
Musica consigliata: Talking about revolution, Tracy Chapman

Voglio un sindaco che abbia idee. Voglio un sindaco europeo, che istituisca e animi l'Ufficio Europa. Che conosca le regole e gli strumenti della programmazione comunitaria, che si sappia muovere nell'oceano dei finanziamenti a dodici stelle, che sappia divulgare le infinite opportunità di scambio per far studiare e lavorare i nostri ragazzi all'estero prima del loro giusto ritorno. Voglio un sindaco che spedisca i suoi giovani a formarsi altrove, ad apprendere lingue e buone pratiche, che prelevi il loro campanilismo e inietti sane dosi di apertura. Voglio un sindaco mediteranneo. Voglio un sindaco cresciuto ad immersioni di calce, che proibisca la tinteggiatura delle case di viola, di fucsia o di arancione. Voglio un sindaco che riduca le dimensioni dei manifesti funebri ad un semplice A4. Voglio un sindaco che ricopra i cimiteri di pannelli solari e restituisca almeno utilità alle colate di cemento per i morti. Voglio un sindaco che canticchi mentre innaffia i gerani sul balcone. Voglio un sindaco che riprenda gli uomini del corpo forestale che sporcano con gli stivali gli intonaci del palazzo di città, mentre fumano una sigaretta in attesa di segare senza un perchè. Voglio un sindaco che rispedisca a casa la xylella e i suoi falsi untori. Voglio un sindaco che abbatta gli archi di trionfo nelle campagne e obblighi i megalomani a dieci giorni di Summer School in Valle d'Itria. Voglio un sindaco che conosca le isole di calore urbano e quanto un viale alberato possa ridurre la temperatura estiva percepita in un paese al 40° parallelo, molto più di batterie di condizionatori installati anarchicamente. Voglio un sindaco che metta la freccia, in tutti i sensi, che indossi il casco e le cinture. Voglio un sindaco senza rimpasti, senza indecisioni, senza condizionamenti. Voglio un sindaco che torni a piantare i tigli in viale Grande Europa e i platani mancanti in viale Regina Margherita. E che restituisca luce e pulizia alle sorgenti che correvano verso le lame. Voglio un sindaco esperto in olio e in vino, abile nel creare le condizioni favorevoli per tornare ad esportare vagonate di fichi neri, secchi e non. Voglio un sindaco che proibisca la distribuzione delle acque minerali in bottiglia e che elimini i rifiuti a monte e non solo a valle. Voglio un sindaco che raccolga acqua quando piove. Voglio un sindaco che abbatta le pensiline in plastica e in legno dal centro storico, perchè siamo a Oria e non a Bolzano. Voglio un sindaco che vada a piedi o in bicicletta. Voglio un sindaco che demolisca con violenza la pavimentazione della piazza d'armi del castello e torni a spargere liberamente un romantico ghiaietto. Voglio un sindaco bravo a recuperare e non a costruire. Voglio un sindaco che abbia il sorriso triste di Troisi e che non appenda bandiere di solidarietà solo per i fucilieri di marina, ma anche per Aung San Suu Kyi. Voglio un sindaco che monitori le polveri sottili in via Mario Pagano al sabato pomeriggio, che sappia intercettare le emergenze sanitarie e combattere preventivamente i mali del nostro tempo, anche a fronte di scelte impopolari. Un sindaco che conosca i venti dominanti del territorio e aiuti i suoi cittadini a conoscere la provenienza e le fonti di tutto ciò che di contaminato mangiamo ed inaliamo. Un sindaco capace di favorire il ritorno dei tavolini per le strade, le buste di juta e biopolimeri per i negozi consorziati e il passeggio per alimentare socialità e commercio. Voglio un sindaco esperto in toponomastica, che corregga Filippo in Filippa di Cosenza. Voglio un sindaco che la smetta di parlare di turismo, ma di qualità della vita, perchè non ci sarà mai turismo se continueremo ad avere una qualità della vita mediocre. Voglio un sindaco che consegni ai giovani sposi bottiglie di alcool etilico per ripulire la segnaletica stradale dai loro minimanifesti abusivi. Voglio un sindaco che si vergogni quando vedrà il cancello degli uffici sanitari, arrugginito e dondolante da sempre. O che inorridisca al pensiero che da anni accogliamo il visitatore proveniente da via Latiano con una stazione di servizio abbandonata degna della Beirut degli anni ottanta. Voglio un sindaco che sappia chiedere scusa e dire “Ho sbagliato, sarò più attenta”. Voglio un sindaco che ricordi l'esistenza di Lorch e che non cerchi gemellaggi qua e là solo per spesare qualche gita fuoriporta al consigliere delegato di turno. Voglio un sindaco che sappia commuoversi e ballare, anche goffamente. Voglio un sindaco a LED, che prenda i lampioni di Piazza Cattedrale e li restituisca al mittente, decretando la fine di operazioni di vendita di prodotti obsolescenti a paesi considerati del terzo mondo. Voglio un sindaco che abbatta le gabbie dei polli degli scavi archeologici. Voglio un sindaco che proibisca l'uso di diserbanti sul bordo delle strade e che denunci chi inquina ancora le falde acquifere o trivella il territorio abusivamente. Voglio un sindaco che temporizzi l'illuminazione notturna della villa comunale. Voglio un sindaco che non vada dietro al santo, ma alla fine della processione. Voglio un sindaco che ceda la sua fascia ai giovani assessori e li istruisca all’arte oratoria, al ben vestire, al come rappresentare al massimo questo paese in ogni sede. Voglio un sindaco pellegrino, che colleghi Oria al santuario con la migliore prospettiva di sempre, pullulante di devoti, atleti, ciclisti e autovelox festanti su piste realizzate con scarti di pneumatici all'ombra di rigeneranti chiome di alberi ad alto fusto. Voglio un sindaco che rimuova le colate di asfalto che bruciano le estati degli sportivi attorno a quello che fu lo Stadio Comunale. Voglio un sindaco che crei zone cuscinetto intorno alle scuole, 200 metri dove non possono transitare le auto di genitori morsi dalla fobia di aggressioni, stupri e sequestri dei loro figli. Che riduca lo smog in prossimità degli edifici scolastici e favorisca le corse liberatorie al termine di una faticosa giornata di scuola, i primi bacetti e lo scambio delle figurine. Non lo dico io, ma fior di progetti europei come "Getting children out of their parent's car". Voglio un sindaco che sappia interpretare le logiche del "Paseo" spagnolo, che capisca che le strade non sono corsie per automobili, ma arterie vitali per uomini, animali, ciclisti e alberi. Voglio un sindaco in silenzio quando camminerà di notte per visitare i "sepolcri". Voglio un sindaco che conosca la differenza tra un leccio e una roverella. Che vieti ogni impianto di Cocus Plumosus e torni a riforestare il paese e i suoi dintorni con ettari di vegetazione funzionali alla purificazione dell'aria e alla produzione di biomasse. Voglio un sindaco meteodipendente, che dirami allerte notturne via fb ai suoi cittadini, invitandoli a non correre lungo le strade con canali a rischio esondazione, che salvi le vite con semplici consigli sull'aquaplaning o rilevazioni tempestive nei sottopassaggi. Voglio un sindaco cattolico, ma anche ateo, che apra moschee e sinagoghe, che torni a rendere questo paese attrattivo verso ogni fede e cultura e che non faccia radicare i fanatismi, perché ha insegnato prima degli altri i valori della tolleranza e della convivenza. Voglio un sindaco che celebri matrimoni etero e omosessuali, senza sorrisetti ironici verso l'amichetto di partito alla propria destra. Voglio un sindaco che dipinga i volumi della Camillo Monaco con i colori di Rietveld. Voglio un sindaco accappatoio, morbido e pulito, che assorba l'umidità in eccesso e ricopra fino a quando sarà necessario le nostre peggiori nudità. Voglio un sindaco che ami i temporali e la lettura negli afosi pomeriggi d'estate. Voglio un sindaco che profumi di legalità e di innovazione. Voglio un sindaco che sappia soffrire dentro, come tutte le persone buone. Voglio un sindaco sorridente, profondamente auto-ironico. Voglio un sindaco che restituisca classe, eleganza e stile a questo paese. Per questa ragione auguro a Cosimo Ferretti e ai suoi sostenitori la migliore campagna elettorale possibile, ma voto Maria Lucia Carone. Voglio un sindaco Madre.

"Pierini salì sul motorino, girò l'acceleratore a manetta e ripartì a testa bassa urlando: Aspettami qua. Lo stronco e torno". (da "Ti prendo e ti porto via" di N.Ammaniti)


© RIPRODUZIONE RISERVATA - Foto: "Ballottaggio" - Ubaldo Spina 2015