venerdì 16 maggio 2014

E penza comu la vue’ pinza’, è canzona ca la ‘ma cantà...




Musica consigliata: Ea ea ea comu l'ogghia rimidià...

Cara nonna,

auguri di buon compleanno! E' difficile scriverti in questo giorno, in un blog (sai cosa significa? :-) che voleva parlare d'Europa e finisce quasi sempre per parlare di me. Gli anni non cancellano i ricordi, ma immaginarti di fronte al fuoco e dare inizio a una conversazione non è semplice. Oggi avresti compiuto cento anni. Può darsi tu sia lì sopra a festeggiarli comunque. La vita, probabilmente, è solo una questione di spazi temporali, organizzati su più livelli incapaci di comunicare, dove l'uomo "vivo" ha la pretesa di abitare l'unico livello acceso e l'arroganza di pensare di essere il solo a possedere un'esistenza. E' maggio, il ghiaccio si è già sciolto. Non posso romperlo, quindi, ma posso raccontarti come vanno le cose da queste parti. Sarà una email interplanetaria a recapitarti i miei aggiornamenti.

Allora, da dove inizio? A Roma fa dei goccioloni, non so se Caterina si è sposata o se ha fatto guardare al suo amante l'albero ti lu chiuppu. Malipensa ruba indisturbato calandosi dai camini, la 1100 non è più un pollaio e Teodato scaglia ancora pietruzze con le sue fionde artigianali realizzate con scampoli di camere d'aria. Nona la Jattu compare qualche volta al tramonto nel vicoletto, non è sera d'estate senza il racconto delle barzellette di Isolina. Ubaldo dipinge stazioni in quel di Vibo Valentia, Nuccio lo recupereremo tra pochi giorni di ritorno dalla Libia, abbandonato semimorto sotto un albero di ulivo . E Cosimo ti riempirà di cioccolata salernitana e acque di Tabiano. A Tabiano ci siamo tornati e ti abbiamo pensato, naturalmente. Don Nicola saluta dalla terrazza di Mondonuovo. Lino ha lasciato Giurisprudenza perchè l'avvocato è una professione destinata alla frequentazione di uomini litigiosi e di arguti delinquenti. Meglio fare il medico, quindi, e sperare che per la festa dei Santi Medici non vi siano lezioni. Anna Maria avrà il suo primo insegnamento a Torchiarolo, un paese che a quanto pare esiste per davvero. Vilucciu sta terminando di montare la sua bici astronomica con mille luci. Il re è ostinato, crede ancora che il latte sia più bianco del sole. La luna è quinta decima, la cassata è scassata, da quattro ne sono rimaste tre. Ci ndivini stu nduvinieddu tu ti pigghi a me. Jerry ti ubbidisce anche se lo chiami Bolì, non soffre di disturbi della personalità e partecipa attivamente alla vita di famiglia, inseguendo instancabile il Lamborghini su e giù per le tue terre. I ladri di olive delle Pasquine sono stati colti sul fatto e hanno lasciato sul campo scope e mastelle, mentre i fuochi della festa coloravano da Sud-Ovest il cielo dicembrino. Per la festa di San Pietro andrete in vespa al mare con Nicola e Marietta. Tuo nonno continua a tenere buoni i suoi studenti minacciando di sferrargli un bel cazzotto. Il tuo detto resta valido, non fare bene perchè andrà buttato, non fare male perchè commetti peccato. Ma i giorni mi hanno insegnato che nella vita o scegli l'uno o scegli l'altro, c'è poco da fare, è nello svolgimento naturale delle azioni indirizzarle verso un obiettivo, utile o dannoso per gli altri che sia. I fiori secchi della tua Madonnina si sbriciolano con lentezza, per quanto la campana di vetro li custodisca con amore fragile. La vocazione di suora Stella è tuttora in bilico, al conte disse e continua a ripetere: "...che m'ami Ubaldo non dirlo sai, non dirlo mai!". Aurora Russo è ancora bella, la sua giovinezza rimarrà immortalata in eterno in quel di san Pasquale. Un gruppo di fedeli canta divinamente "Dell'aurora tu sorgi più bella" nei giorni della novena di Gallana. Zia Rosa non ne vuole sapere delle scatole di Santa Lucia, il viaggio di nozze della mamma di Letizia è durato appena un giorno, a Napoli le hanno consigliato di fuggire per non essere rapita. Cicirinnedda tinia nu cani, confermo. Il carabiniere di Latiano ha la pretesa di conquistarti inanellando una sfilza di ambasciate, ma non sa che il tuo cuore è promesso ad un altro uomo. Li masciari hanno detto che se supererai un brutto male, morirai anziana (che brave, ci hanno azzeccato!) Asso povero me. Giuanni lu svinturatu sta ancora camminando le tre vie del mondo per sapere se una donna è fedele o traditrice. La tua casetta è ora abitata da un gatto acrobata. Le querce del Masone sono in splendida forma e ombreggiano la nostra infanzia ad ogni ritorno. I biscotti giganti si vestono ancora di strati farinosi, si inzuppano come un tempo e sono sempre nella stessa dispensa con tendina merlettata all'ingresso sulla destra. Lu Cuponi resta una fossa inviolabile e Don Giovanni Maccarroni continua a spacciare la notizia che lui e la sua cavallina hanno trovato rifugio sotto un enorme cavolfiore, chiedendo protezione al mega vegetale nel corso di un improvviso temporale. L'operario al suo servizio, per fortuna, gli ribadisce con sfrontatezza che all'arsenale è in corso la costruzione di un pentolone così grande da non sentire i colpi dei carpentieri che operano ai punti opposti del suo diametro. La tramontana sbuffa prepotente sulla finestra della cucina e vedo avanzare maestose le nuvole grigie d'inverno provenienti dal fantastico mondo di Ratekadipalpapekastron. Se mi addormento sul divano verde, ricevo le tue coperte e le ore passano silenziose in quel tepore protetto che non tornerà mai più. Romeo non si è fatto vivo nella tela del Matarrelli, Giulietta è ancora lì ad attenderlo, assorta nei suoi pensieri in un quadretto onirico di pace fiorata e di profonda delusione. Anna di Ntunina viene a trovarci ogni tanto e in lei leggo tutto il dolore e l'imperfezione di questo mondo, abbigliamento da No Global e mente libera a tal punto da sciogliere ogni connessione con la realtà. Nei suoi baffi è purtroppo una persona sola. Delle nipoti di Latiano è rimasta in vita solo la più anziana, quella che sembrava destinata ad una scomparsa prematura e a una esistenza meno favorevole. I dolori del matrimonio e dei figli, probabilmente, consumano più della solitudine. Noi abbiamo terminato i nostri viaggi studio tra Lecce, Roma, Milano, Chieti e Torino (tra poco), e abbiamo finito così di sognar...lontano andrò, dove non so, parto col pianto nel cuor...! I milanesi non capiscono come mai le frise siano ruvide in superficie e perfettamente lisce alla base. Eppure sono di Milano, vengono da quel Nord industriale dove comprendere le magie di un filo di spago tirato fino allo strozzamento di un pezzo di grano non dovrebbe essere poi così difficile. Sta casa senza te sa comu pari, comu nu tiempu trubbu senza soli. Emanuele, Leonardo e Pasquale iniziano a conoscersi e a volersi bene. Non conosceranno il valore di un tuo "Ciokki" e non saranno rincorsi a suon di barbaredda. Perchè chi sorride non va all'inferno, ma in paradiso, o forse non lo so e devo ancora capirlo. Comunque si sarebbero sbellicati, e tu con loro. Il bisnonno si ostina ad andare al cinema solo se ci sono proiezioni di cavalli. Il padre del dottore inveisce contro il figlio, dicendogli: "Momino studia, che lo solo studio ti posso dare". Era un buon genitore, perchè per avere il meglio dai propri figli bisogna evitare di far radicare in loro la consapevolezza di una seconda possibilità sempre a portata di mano. Se un progetto di vita va male, le vie di fuga non sono infinite. Il mondo si è globalizzato. Pensa che ogni giorno compriamo cellulari coreani, auto tedesche, televisori giapponesi, zuccheri brasiliani, oro sudafricano, petrolio saudita. L'Italia è un Paese ancora più piccolo in questo pianeta che ci assorbe lentamente con le sue economie impazzite. Ma poi si è così gretti da pensare che l'Europa è un tranello, una dimensione che distrugge il nostro orgoglio nazionale, un progetto fallito che soffoca gli slanci dei vari Paesi membri, invece di accoglierla come l'unica opportunità per fronteggiare i mostri che avanzano nella prossima fetta di futuro. Ma nessuno di questi uomini illuminati ha vissuto come te la violenza di Paesi confinanti che si scagliavano bombe al posto dei confetti. E nessuno di loro sarà mai degno di nominarla, l'Europa. E' troppo facile crescere, studiare, fare l'amore, arricchirsi, sposarsi e morire in anni di pace garantiti da qualcun'altro e dall'Unione sulla quale sputi ogni giorno senza pudore. L'ipocrisia è il male del nostro secolo. Dei nostri secoli. Lu sinnucu ti Erchi, nel frattempo, manna a Oria pi cuperchi. Il tempo, ormai, non è più un avvicendarsi di stagioni, ma di caricabatterie. Canto spesso le tue canzoni. Se proprio devo, la classifica personale vede al primo posto la canzone di Caterina, un testo che raccoglie diverse ansie e aspettative dell'essere umano. E che, quando meno te lo aspetti, ti ricorda: "...pensala come ti pare, (la vita) è una canzone che va comunque cantata". Possono averti riservato la peggiore delle composizioni o la più incantevole delle melodie, ma siamo uomini sul palco e non possiamo rifiutarci di provare ad intonarlo, questo lungo destino. E penza comu la vue’ pinza’, è canzona ca la ‘ma cantà...

Sai nonna, non so se ho realizzato tutti i sogni che avevo da bambino. Molti sonnecchiano nel profondo dei mari. E quando provano ad emergere soffrono di tosse grassa. Mi conosci, mi accontento di poco, ma una piccola cosa ancora mi manca. Come un dente spezzato che lascia quel vuoto inconfondibile nel palato. E ci passi la lingua mille volte pur di autoconvincerti che non è più al suo posto. Ho girato mezza Europa e ho incontrato tante persone migliori di me. E questo spesso mi basta per continuare a sentirmi ricco, fortunato e a mio modo felice. La vita, finora, ha battuto il mio cognome e mi ha regalato più rose che spine. Quelle rose di maggio che ancora oggi profumano in questo giorno, mentre le donne dei vicoli si riuniscono per recitare il rosario, assaporando i primi tepori stagionali e volgendo le spalle con discreta maleducazione a colonne di automobili incuranti delle litanie in corso. Ho parlato spesso di te ai miei amici. Resto un inguaribile sognatore, ma ho imparato a essere più concreto e a far scivolare di tutto sulla mia pelle. Tutto scorre da queste parti. Vedi nonna, dicono che nella vita conta solo chi resta. Chi si allontana o non è stato capace di lasciare un segno, non merita spazio nelle memorie. E tu sei ancora qui, viva, in mezzo a noi. Forse stasera mi lancerai le chiavi dal balcone, chiedendomi di salire e di farti compagnia nella notte. Sposterai il tuo letto nel salone per addormentarti sicura nella luce del lampione stradale. Quel lampione presso la caserma dove resterò ad aspettarti. Wie einst, Lili Marleen! E non avrai paura fino al nuovo giorno.

Conosci le mie preghiere, non sento il bisogno di manifestarle spargendo righe ordinate di inchiostro virtuale. Riguardano tutte le persone generate da due persone che avrebbero dovuto chiamarsi Onofrio e Maria. E che per slanci di originalità incomprensibili per il loro tempo, hanno finito per chiamarsi Ubaldo e Olga. Nati nello stesso giorno, con nomi fin troppo esotici e di rottura nella terra degli ulivi e dei vari Cosimo e Damiano. Ma per fortuna il senno è tornato nei nostri genitori, e invece di chiamarci Kevin e Denise, proviamo a conservare degnamente le vostre eredità onomastiche. Ecco, nonna, ascoltami...Se proprio intendi esaudire una mia preghiera, donami un futuro fatto di bambini. Per continuare a parlargli di te. E se un giorno dovrai scegliere per me tra la morte e la mediocrità, risparmiami la seconda.


...
Olga Corrado è nata il 16 Maggio 1914. Nello stesso giorno del suo futuro marito. Ha superato due guerre mondiali e un parto extra-uterino. Gode di ottima salute nel mio cuore. Mi ha insegnato che l'uomo allegro non muore mai povero.

 © RIPRODUZIONE RISERVATA