sabato 9 giugno 2012

Il Natale di Pasquale

08 Giugno 2012

Ottoseiduemiladodici. Eccoti, finalmente, vagire in questa prima sera d'estate, nella calma notturna di un ospedale, nell'attesa di poche voci silenziose. Nascere di sera, di venerdì, nel mese di Giugno, significa essere predisposti al riposo, al fine settimana, alla vacanza, al bel tempo, alle pause, alla vita.

Pasquale, che nome pesante. E' uno di quei nomi che, se non ci fai caso, passa. Ma quando ti fermi a pronunciarlo, si alza un turbinio di interrogazioni che potrebbero chiudersi, semplicemente, con questo super-quesito finale: era proprio necessario chiamarti Pasquale? Com'è difficile associare il nome Pasquale ad un bimbo...
Ed invece penso. Hai il nome della domenica. Della liberazione dalla schiavitù. Della resurrezione. Con il tuo nome abbiamo combattutto l'oppressione e la morte. Libertà e vità eterna, tutto quello che un uomo desidera. Tutto concentrato in questo nome, che potenza rilascia il nome Pasquale! Ma si, è un dazio giusto da pagare per portare a vita sulle spalle il digramma "sq".
Ed invece penso, nuovamente. Hai il nome del nonno. E del trisnonno. E chissà, potremmo attraversare l'ottocento intero e sapere che un filo sottilissimo, questo nome, lega generazioni di uomini nate e sepolte sotto uno splendido manto di ulivi. Ecco Pasquale, io vorrei che tu sentissi la gioia e l'importanza di rappresentarci nel futuro che non vivremo, quando magari i tuoi amici saranno simpatiche scatolette animate scese da galassie lontane...e vorrei che ti sentissi sempre pugliese ed europeo nell'identità, mediterraneo nello spirito. E vorrei che tutta la tua vita fosse una luminaria di pace...E' vero, nei figli e nei nipoti consegniamo tutto ciò che non siamo stati e tutto ciò che avremmo voluto fare ed essere...ecco perchè ogni neonato è una fonte di speranza e parte del nostro egoismo, finalmente, si spegne nei suoi primi passi e nella sua fragilità...

Oggi ho comprato un albero. Un carrubo, tutto per te. Avrà i tuoi stessi giorni, festeggerete assieme i vostri compleanni, cercherete entrambi il cielo per necessità. Potrai dire che quello è il tuo albero. Ti insegnerò che nulla è più sacro di un albero. Nessun professore ti insegnerà mai, come un albero, la regolarità delle stagioni, l'accoglienza di altre forme di vita, la respirazione, l'ombra, il frutto, la linfa, il desiderio di salire verso l'alto, la protezione, le rughe degli anni. Gli alberi non ti tradiscono mai. E muoiono in silenzio, senza chiacchere e risatine in fondo alle navate...

Pasquale, sei il mio più bel racconto unito d'Europa. Sei nato in un giorno pari, in un mese pari, in un anno pari. I numeri pari sono simbolo di uguaglianza e di rispetto. Pareggiare significa nè prendere, nè togliere. E' vero, così non vinci. Ma non avrai neanche perso. E nel pareggio scoprirai la vera dote di un uomo, l'equilibrio.

Un grazie speciale a mamma Lore e a papà Ferdi. Ai nonni tutti. A te che mi sei accanto in questo istante. A questa fede che mi perseguita e che mi protegge ogni giorno dal male. A tutti coloro che ti insegneranno che andare in bicicletta vale cento volte di più che scorazzare con un SUV in piazza la domenica mattina. Alle campane che accompagneranno i tuoi giorni. Ai grilli dei Guastaferri che ti aspettano per dare inizio al primo concerto della tua vita. A questa splendida estate...

"Perchè mio figlio dovrà sapere /Perchè mio figlio dovrà sperare/Perchè mio figlio dovrà imparare.../A capire.../Milioni di sogni/Milioni di segni/Per milioni di giorni ancora...ancora" (N.Fabi, "Milioni di Giorni")

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