venerdì 29 agosto 2014

Con la musica in un grazie!


"Con la Musica Nel Sangue!" è un evento di musica solidale nato nel 2008 da un'idea di Vincenzo Arpa, Mina Dell'Aquila, Salvatore Schirinzi e di chi scrive (in ordfine alfabetico, come sempre), sostenuto fin dal primo momento dal presidente dell'AVIS Comunale Oria Giancarlo Mingolla. Nel corso degli anni abbiamo portato questo progetto in Piazza Municipio, Piazza Cattedrale, in Teatro e sulla scalinata di via Pasquale Astore. Dopo sette edizioni, sento il dovere di analizzare ciò che è stato e ciò che potrebbe essere, cercando di conservare il ritmo e scrivere una serie di ringraziamenti con un tempo terzinato.

L'edizione 2014 si è presentata, innanzitutto, con un logo. Forse è arrivato troppo tardi, ma ora c'è e lo valorizzeremo nel tempo. L'AVIS, su proposta degli amici di Laboratoria, ha aperto il format a nuove forme di aggregazione associativa per moltiplicare i messaggi di solidarietà, senza rendere esclusivi quelli statutari relativi alla promozione della cultura della donazione del sangue. Già, cultura della donazione, perchè donare è un dovere di chi è in buono stato di salute e trasferire una cultura solidale è alla base di una società che dice di chiamarsi civile. Nasce così un concerto pro Fondazione ANT. Perchè viviamo da anni una guerra, probabilmente solo perchè le bombe non piovono dal cielo non siamo ancora dietro le barricate. Oltre 200 famiglie assistite da ANT in Oria dal 1998 in poi, oltre 1000 decessi all'anno in provincia di Brindisi per tumori solidi e leucemie. Cosa aspettiamo? A chi spetta promuovere una campagna di prevenzione oncologica? Vogliamo anticipare per tempo l'insorgere della bestia ed evitare un vuoto perenne a decine di famiglie? Non sarà un concerto a salvare le sorti della nostra salute. Se molti dei miei concittadini fossero più intelligenti, invece di smaltire rifiuti illegalmente e invece di rendere via Mario Pagano un concentrato di polveri sottili, forse potremmo farcela anche senza musica. Ma si sa, la nostra contemporaneità ha bisogno di eccessi, vita e morte vogliono andare di pari passo, consumare senza freni e inquinare sono sempre l'anticamera della sofferenza. Ditelo ad un ragazzo che corre su è giù dal mare in SUV, per poi raggiungere di sera sagre e concerti, abbuffarsi di carni rosse e di grassi saturi, respirare particolato e ungersi di ultravioletti. Diteglielo, per favore.

Abbiamo rinnovato la grafica dei manifesti e marchiato anche quelli dei gruppi in tour. Le magliette incrementano il senso di appartenenza, di chi organizza e di chi partecipa. In questo caso anche di chi contribuisce alla causa. Abbiamo rinunciato ai posti riservati, quei posti imposti da persone che vivono ancora antichi retaggi di sudditanza nei confronti di autorità assenti o disinteressate. Il concerto AVIS è stato aperto nuovamente  a tutti, alla meritocrazia del "chi primo arriva...", alla libertà di scegliere la prima fila o l'ultima gradinata. Perchè lasciare un posto di pregio a chi arriverà in ritardo per un saluto e andrà via poco dopo, che gioco è? E perchè nessuno di questi signori che chiede l'adesivo "Riservato" si è mai interessato a riservare un posto ai bambini, che forse più degli altri potrebbero essere danneggiati dall'occupare le ultime file. Siamo vecchi, dentro e fuori. Legati ad un mondo di logiche malsane e contorte. E non abbiamo voglia di futuro.

Un grazie speciale al presidente Giancarlo Mingolla per aver diretto e sostenuto gli sforzi organizzativi da una camera di degenza, colmando diverse lacune e inviandoci mani e soluzioni preziose grazie alla rete di relazioni costituita dai nostri 400 soci. Grazie ad Alessio Carbone per aver partorito il nuovo format, per aver indirizzato l'evento in un camerino rivestendolo a nuovo e per la freschezza delle idee sperimentate sul palco di questa edizione. Grazie e Luigi Cappelli, Simona Erario, Francesco De Gaetani e Vincenzo Cozzetto per la squisita dedizione, in qualsiasi ruolo siano stati chiamati a collaborare. Grazie a Barsanofio e Giovanni per la fornitura di scope e palette ad un gruppo di giovani netturbini improvvisati. Nessuna nota polemica nei confronti dei nostri amministratori, ma esistono eventi di serie B se la mattina dopo l'esibizione di Carla Fracci la piazza era una discarica e nessuno si è curato di renderla dignitosamente accogliente per il pubblico AVIS. Se in tutto ciò vogliamo anche includere il rispetto per il luogo sacro, forse non toccava a noi raccogliere decine di guide di Artemisia solcate dalle suole in gomma o le bottiglie degli invitati al banchetto. Sono questi episodi ad evidenziare lo stato delle cose e quanto disorganica sia l'azione di chi dovrebbe rendere ogni spazio un meraviglioso salotto all'aperto. Il decoro urbano è alla base di ogni politica turistica. Grazie a Pierdamiano Mazza per il supporto e per i richiami alla conservazione di equilibri formali sempre necessari. Grazie ai ragazzi di Where To, in particolare Nadia Spinosa e Dominic McCarthy, che hanno iniettato internazionalità all'evento; Yue Li, la cinesina, non pronuncerà mai più in vita sua qualcosa di più difficile di un cognome come Di Domenicantonio. Un grazie all'assessore Claudio Zanzarelli per aver accolto l'evento nell'estate oritana e per aver gestito il problema sedie con grande disponibilità, aprendo le porte della Biblioteca Comunale e impegnandosi personalmente nel carico/scarico delle stesse sotto il sole di un pomeriggio agostano. Eh già, perchè al mattino la stessa piazza sudicia era anche sprovvista di sedie, ma questa è un'altra storia, storia di service che con sporca maestria creano disservizi, senza neanche preoccuparsi di fare una chiamata e trovare soluzioni condivise per il bene nostro, loro e degli eventi che verranno. Grazie alla famiglia Andriani, Antonella, Martina e Agnese, per l'impegno annuale a sponsorizzare i premi di un concorso che piace e che, di anno in anno, lascia emergere potenzialità creative inimmaginabili. Grazie a DA Service. Grazie ai dirigenti scolastici. Grazie alla stampa che ci ha ignorato, se avessero pubblicato qualcosa avremmo avuto molto meno seguito. Grazie a Daniela Ariano per avermi fatto scoprire "I Maltesi". Grazie a "I Maltesi" e ai "Bundamove" per la professionalità delle loro esibizioni, per aver fatto cantare la cavea i primi e per aver fatto ballare la piazza i secondi. Non c'è stato alcun bisogno di gendarmi con i pennacchi e con le armi e forse non sono state rubate neanche auto, e la cosa sinceramente mi rincuora. Grazie al cielo per averci risparmiato quattro gocce sadiche.

Grazie a Giovanna, infine, per questa splendida estate.

Non era facile essere all'altezza nella settimana dove si sono concentrati gli eventi principali dell'estate oritana, per contenuti artistici, aspettative e fondi messi in campo. Artemisia, Labemolle, Gran galà della Cultura, Corradino. Abbiamo fatto del nostro meglio, con semplicità. CMNS non diventerà il Glastonbury Festival, "La Notte della Taranta", il Locus Festival, ma potrà dire la sua e dovrà in qualche modo specializzarsi, rafforzare la sua identità e sostenibilità ambientale, valorizzare maggiormente le peculiarità locali e tenere a distanza ogni tentazione di business. Un mondo migliore si crea senza chiamate alle armi, ma con l'esempio delle persone per bene. E una persona per bene, lo dico sempre, è colei che sa stare al mondo. Per quanto voi vi crediate assolti, sarete sempre coinvolti...

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"Se cambia la musica, cambieranno anche le istituzioni più importanti" (Platone)

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giovedì 7 agosto 2014

Devi lottare per il tuo diritto di festeggiare (Venne il tempo)




Musica consigliata: (You gotta) fight for your right (to party), Coldplay cover (Live May 4, 2012)

Venne il tempo in cui suggerivo vivamente ai miei lettori di accompagnare questa lettura con una cover interessante di un brano dei Beastie Boys. Prima di scorrere le righe che seguono, è bene quindi assentarsi temporaneamente su YouTube e avviare la musica di sottofondo. Si può festeggiare mentre Gaza viene bombardata? Mentre i miei conterranei muoiono in ospedali oncologici? Mentre barconi di corpi ammassati provano a raggiungere una riva siciliana? Mentre il parlamento continua a temporeggiare su ogni timida prova di cambiamento? Mentre si buttano batterie usate nei filari di ortaggi? Mentre, mentre, mentre...No. Non festeggio. O almeno provo a essere solidale con tutti coloro che non avranno mai occasione per farlo e che, chissà, forse ai trentacinque non ci arriveranno neanche. Il mio minuto di silenzio è tutto in questa introduzione globale, mentre provo a sciogliermi e a prendere meno sul serio le catastrofi di questa contemporaneità. Quello che sento di dire, in questo giorno, è che bisogna lottare ogni giorno per il proprio diritto di festeggiare. E cos'è una giornata di festa? Se non un concentrato di attenzioni e di sorrisi o una domenica di sole con potente scampanio nell'aria? Un giorno in cui tutto il mondo sembra prendersi per mano e rallentare, o meglio ancora arrestare una corsa folle verso un futuro sempre più obeso e avvelenato. Un giorno in cui la gente smette di pensare che oltre il nulla c'è solo il niente e che la Fanta sia un'aranciata. La festa è un amico che ti chiama e che ti ribadisce che tu, nonostante tutto, stai bene, sei imbattibile in benessere. La festa è una voglia d'Europa ancora intatta. La festa, per me, è posare la testa sulle cosce della propria amata e sentire una mano accarezzarti il capo mentre scorre una conversazione intima. La festa è un istante di dolcezza. Il resto è solo aria fritta in olio di semi scaduto. E per il suo smaltimento mi batterò, sempre.

Venne il tempo in cui ero ancora capace di sentire il suono del Mediterraneo, nonostante lo schiamazzo dei lidi concesso in una logica molto singolare basata sull'annientamento della quiete del mare. Non sono stanco di vedere scorrere le lacrime, ma mi piacerebbe frequentare un corso contemporaneo per individuare l'esatta collocazione della sorgente che improvvisamente sgorga in mia presenza. A volte mi chiedo se sono rifugio per gli afflitti, ma riconosco che sentire una guancia bagnata sfiorare il mio collo provoca in me una sensazione di profonda pace e rende giustizia alla mia presenza nel mondo. Venne il tempo in cui andavi via, troppo presto, troppo tardi. Sei stata la prima donna a chiederemi di portarti con me, in quel francese limpido che solo due labbra con taglio morbido centrale sono in grado di generare. Portami con te a Bruxelles, in Europa, andiamoci insieme, lasciamo tutto! E mentre provavo a organizzare la lunga trasferta, eri già sulle colline marchigiane a inventare un nuovo presente, mentre io mi perdevo nel ricordo della tua passionalità e ci restavo beato nell'assenza più lunga di certezze che la vita mi abbia mai regalato. Venne il tempo dei baci nei parcheggi e dello srotolamento dei corpi su sabbie adriatiche, il giorno prima della presa della Bastiglia o della presa della Freccia Bianca, fate voi. Venne il tempo in cui la mia vita era ormai fuori controllo, spegnendo i principi di ogni monotonia e regalandomi incendi devastanti nella mia recente storia da adulto. Ho sempre odiato il fuoco, quelle fiamme che bruciano d'estate ettari di boschi e lasciano scheletri vegetali per la gioia dei piromani e dei costruttori abusivi, giusto qualche ramo eroico per dare riposo al corvo di turno. Ed è così che mi sentivo, in quel tempo.

Venne il tempo della confusione. Quando una donna che ti ama dice di essere confusa, o meglio quando una donna che dice di amarti è confusa, sia l'amore che la confusione sono ami gettati in un mare dove altri pesci nuotano e attendono di abboccare. Se questo concetto sull'amore è confuso, ritiro tutto oppure lo lascio in frigorifero per le sole persone intelligenti. Venne il tempo dell'oroscopo dell'Internazionale e di un attore che impersonava Peppino Impastato. Dal basso del suo palco di provincia provò a ferirmi gli occhi dicendo..."Peppino, non potrai mai vivere una vita con una persona di nome Anna! Anna è acronimo di Amore Non Ne Avremo, il fallimento della tua relazione eterna è nel suo nome". E' una cosa talmente stupida che provo a inventare una frase con sei lettere che iniziano per U, ma è pur sempre vero che io questa cosa l'ho sperimentata.

Venne il tempo delle linguette delle lattine. Secondi di vita persi a calibrare un destino facendo attenzione a farla rompere nel punto esatto in cui desideri che qualcosa accada. Il tempo delle rivoluzioni negli uffici che hai frequentato per anni, del cambio ai vertici, dei corsi su come montare in groppa alle responsabilità, come se questa vita le avesse finora sapientemente schivate in un arguto rincorrersi tra siepi basse nel bel mezzo di un nascondino serale. E' da una vita che mi sento responsabile di qualcosa, anche delle cose che mi sfiorano lontanamente ad anni luce di distanza. Che bello il concetto di anno luce, penso...Il tempo in cui chi doveva darti una direzione è ora chiamato a darla a se stesso, mentre in un angolo del tuo cammino sei già pronto a spolverare un po' di talco sui piedi in attesa delle ennesime salite autunnali. La professionalità è anche l'accettazione delle sfide, delle progressioni e delle regressioni di carriera, è anche la richiesta ultima di allontanamento di un calice in un orto molto più grande di te. "Venga il tuo regno e venga pure Babbo Natale..."

Venne il tempo della compagnia, il tempo in cui esortavo me stesso a raddoppiare i livelli di conversazione e di socievolezza umana, che, come ben sapeva il Mefistofele goethiano, sono la condizione in cui ognuno trova realmente se stesso. Basta amare la solitudine, falso segno di profondità e di elezione spirituale, scrive Claudio Magris.

Venne il tempo della riflessione. Delle notti su Skype a parlare di parenti marinai, di salme da vestire, del concetto di adorabilità, della sveglia con vista sul mare, delle creme australiane, dei frutti del platano. Di come organizzare una corsa campestre che ci porti per logiche insiegabili a vivere nella capitale del Belgio, in uno stabilimento tedesco a progettare cappe, a tornare nella nostra Puglia. Il tempo di una vita legata provvisoriamente a un'Elica, pronta a tagliarti in un trionfo di splatter o a farti volare angelicamente verso la tranquillità del sentirsi finalmente coppia. Vorrei bussare ogni giorno alla tua porta, se solo sapessi dove farai abitare il tuo cuore.

Un blog è solo un piccolo barattolo di vetro trasparente che contiene pensieri compressi come pile di fichi secchi. Sapere che un giorno potrai attingerne liberamente mi riempie di gioia.

Venne quindi il mio tempo. Non sono mai stato così giovane.

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“Dimentica la sofferenza che hai causato agli altri. / Dimentica la sofferenza che gli altri hanno causato a te”. Questi versi sono tratti dalla poesia Dimentica, di Czesław Miłosz. Secondo la mia lettura dei presagi astrali, sarebbe un ottimo momento per liberarti delle vecchie ferite, sia di quelle che hai inflitto sia di quelle che hai dovuto subire. Occasioni come questa non si presentano spesso, Leone. Ti invito a pagare i tuoi debiti emotivi, a dichiarare l’amnistia, e abbandonarti a un’orgia di perdono. Ti viene in mente qualche altra cosa per fare tabula rasa e ricominciare da capo?

(da "L’oroscopo di Rob Brezsny" del 26 Giugno 2014 per il segno del Leone)

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