giovedì 28 febbraio 2013

L'Italia dei mezzi pesanti



Strada a senza unico, pomeriggio d’estate, gradi quaranta. A sinistra una montagna. A destra un burrone. Il camion più grande resta a terra, non ha più benzina nel serbatoio. L’autista chiede aiuto, anche se è lui a guidare il camion più grande. Decine di automobili si fermano alle sue spalle. Il tempo passa e la coda diventa chilometrica. La gente è assetata, le mamme si disperano, i bambini piangono. Ma non si avanza di un passo. A un certo punto si scopre che un altro camion, poco più indietro, trasporta l’unica tanica di benzina che può sbloccare la situazione e ridare speranza ai poveri viandanti. Il camionista del secondo camion scende dal mezzo e corre diritto verso l’autotrasportatore in panne. Arriva e gli dice: “Sei un morto che parla!” E torna indietro godendo come un maiale perché tutti hanno bisogno di lui. Ecco, non meritiamo di essere rappresentati e guidati dall’autista del camion più grande…ma, permettetemi, non meritiamo neanche colui che lascia il suo Paese in agonia e corre urlando divertito in mezzo alla gente moribonda alla ricerca di un governo, di nuove elezioni o di un primato da incensare. Puoi essere vincitore quanto ti pare, ma un vero leader porge guancia, idee e rispetto a tutta la sua gente. Oggi, soprattutto. Con questo pensiero saluto Febbraio e le sue pene.