giovedì 13 agosto 2015

Sarà come sarà, se sarà vero...


Musica consigliata: Ti leggo nel pensiero, Francesco De Gregori

Ettore e Ilaria sono accomunati da una generale propensione all'interpretazione. Interpretare una lingua, interpretare un emocromo. Se non hai cultura e propensione, le lingue e le analisi del sangue sono solo parole, codici, acronimi indecifrabili. Questo mi fa pensare che la loro unione sia inevitabile, giusta, necessaria e per certi versi quasi benedetta, dall'alto e dal basso. Perché per vivere insieme una vita intera bisogna essere bravi a interpretare, ogni giorno, ogni piccolo segnale, ogni piccola crepa, ogni piccolo spiraglio. La vita è tutta una questione di interpretazione, per districarsi bisogna cogliere e riportare una versione dei fatti quanto più vicina alle verità che ognuno di noi cerca nel suo tempo. Così Ettore, un giorno, ha interpretato il sorriso di Ilaria come il più bello che potesse appartenere a una donna, un sorriso tondo, aperto, amabile. Così Ilaria, un giorno, ha interpretato il mix vulcanico di chimica, biologia, metal, calcio, Milan, capelli e presenza fisica e immateriale di un uomo come Ettore come la più ricca mai appartenuta agli uomini da lei incontrati. Ettore e Ilaria appartengono a quel genere di coppie che nascono senza troppi perché, senza studiarsi molto a distanza, dove la prossimità, la pelle e i profumi veicolano veramente l'unione. Isocrate scrisse che i più grandi doni di Demetra all'umanità furono i cereali, che hanno reso l'uomo diverso dagli animali selvatici. Ettore e Ilaria sono una coppia fibrosa, che conoscerà il valore delle stagioni e l'importanza dei raccolti da sudare e da celebrare. Il primo dei quali è qui che sorride felice in una calda sera d'agosto, mentre nonno Cesare non può far altro che aprire una splendido cielo d'estate sui propri figli.

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