venerdì 27 giugno 2014

"...ma il secondo topo si becca il formaggio!"


Musica consigliata: Giugno dov'eri?, Perturbazione

14 Giugno 2014

Ho sempre festeggiato questo giorno. E' la mia celebrazione preferita dal 2008. E' la giornata mondiale del donatore di sangue, WBDD, l'acronimo per eccellenza per una marea di giovani impegnati nelle blood donors organizations. Ho trascorso il mattino a montare lampioni in stile per togliere sorgenti fluorescenti anni ottanta da un prospetto ottocentesco. Con esiti non lusinghieri, certo, ma dietro ogni grande risultato è necessario accumulare decine di insuccessi. Mettiamola così, sono ottimista a sette giorni dall'estate astronomica. Stasera devo parlare in pubblico. In una tavola rotonda, come si usa dire, che quasi sempre rotonda non è. Non avrò Sir Lancillotto Del Lago al mio fianco, ma qualche esperto internazionale in quella disciplina che in qualche modo ha deciso di invadere la mia vita, nel bene e nel male. Stasera, quindi, devo parlare di design in pubblico. Nel frattempo ho una ragione in più, una Ginevra, quelle persone che sai che esistono, ma che per esplosione disorganizzata dei percorsi di vita non ti è stato mai possibile conoscere. Ricordo una storiella interessante di un ubriaco smarrito nel mezzo del Paese che osò dire: "Ci eti veru ca la Terra gira, casa mia ha passà ti quani..." E si piantò in quel punto esatto della via in attesa che la rivoluzione galileiana fosse di aiuto anche per lui. Nel mio caso la Terra ha girato per davvero e senza particolari sforzi è stato piacevole ritrovarti. Ci siamo intrecciati come glicine in questi anni e siamo saliti ai piani superiori, chissà, ora proveremo a divenire pergola e ad ombreggiare un po' della nostra meritata pausa.
Cosa ho imparato da questa tavola rotonda? Che le tradizioni si inventano. Che bisogna tornare alla centralità della persona, perchè una persona può far diventare un progetto mediocre un grande progetto. Che marketing e comunicazione si sono appiattiti al punto tale da sembrare quasi la stessa cosa. Che un cinese non produce male per indole, ma per sfogo..."se tu pagale come dici tu, io lavolale come dico io! Se tu pagale come dico io, io lavolale come dici tu", pare sia stato detto agli occidentali a più riprese. Ho imparato che tra design e Vangelo esistono fior di contaminazioni, del tipo "Chi è senza copiatura, scagli la prima pietra!". Che i tedeschi non amano chi si sbilancia con troppe promesse, che ai Giapponesi bisogna saper parlare in modo sommesso (questo lo sapevo grazie anche al praticantato svolto a fare inchini alla gente di Sapporo), che il Made in Italy è tra i primi 5 marchi riconosciuti al mondo e se la gioca con nomi del calibro di Apple, Visa, Microsoft, etc. Ho imparato che quando voglio, ho qualcosa da dire anche io, con sicurezza, con scioltezza. Ma soprattutto ho imparato quel detto americano: "Il primo uccello della mattina si becca il verme, ma il secondo topo si becca il formaggio!". Ovvero? Di cosa stiamo parlando? Di una metafora per chi vuole fare business negli Stati Uniti, una riformulazione originale dell'uovo oggi e della gallina domani. Non so, sono confuso. Meglio arrivare primi e fare piazza pulita, o lavorare con pazienza, anche accontentandosi, per ottenere il massimo della posta e per lungo periodo? Non so, bisso la confusione. Di certo il secondo topo è quello che arriva dove gli altri hanno aperto una strada, magari sfiorandoli sghignazzando mentre si dissanguano al centro di una tagliola. E quindi? Oppure non ho capito niente, ipotesi diversamente probabile.
Cosa aggiungo dopo questa sera alla mia idea di design? Che la Puglia continua ad essere una terra fertile, tanto fertile da subire i primi attacchi di colonizzatori milanesi pronti a dettare legge con regole e strumenti nuovi quanto un televisore a tubo catodico. Aggiungo che il design regola tutto ciò che ci circonda, perchè è necessario come l'alimentazione e guarisce più della medicina. Aggiungo che non ho ancora una mia definizione di design, e che quindi mi rimetto alle parole di Kostantin Grcic: "...quando creo lo faccio per la gente, non per un'entità astratta o per il mercato, ma per la gente vera, quella che conosco e che amo".
Cosa ho imparato da questa sera? Che non esiste bellezza più stimolante dell'operare in un presente fragile e che valeva la pena cercarti. Spero che di me non ricorderai solo un presepe bianco. Giugno, dov'eri?
...
"Una donna che si nasconde nell'auto di un uomo alla Mezzanotte del lunedì non sarà mai la madre dei miei figli. Possa il Signore guarirti dentro e fuori". (A.Topin)



© RIPRODUZIONE RISERVATA - Foto di SILVANA PADULA - Progetto di GIOVANNA RUBINO AMATI - ANTA METALLICA PER OFFICINE TAMBORRINO

martedì 17 giugno 2014

Life on demand


18 Aprile - 17 Giugno

Musica consigliata: Miles Davis, All blues sessions

Non è facile ereditare qualcosa. Si ha sempre paura di non essere all'altezza e io vivo costantemente la paura di non essere all'altezza. Così non è stato facile ereditare il nome, la storia e la vita dello Studio Associato di chimica Piro e Spina, per vestirlo in un bel giorno di luglio con una ragione sociale e una storia per certi versi nuova. E allora, senza limitazione di responsabilità, ho cercato di raccontare questa storia attraverso un carattere e dei segni grafici. Ma soprattutto assegnandole un pay-off che potesse traghettare il laboratorio nel suo mondo ormai rivoluzionato. Abbiamo deciso di scartare le banalità del tipo "da 30 anni insieme a voi, sempre al tuo fianco, le analisi migliori del Sud Italia :-D, professionalità e cortesia al tuo servizio, ..." Che senso avrebbero avuto? Che presa avrebbero avuto? Nessuna. Nell'era degli smartphone, dei tablet, di Skype, dei notebook, della Champions League, della TAC, che senso avrebbe avuto presentarsi al mondo con uno slogan di provincia? Per chiuderci e tingerci di verde Lega di fronte alle sfide globali e dire all'inglese che la deve smettere di entrare nelle nostre case con tanta prepotenza? No. Volevamo raccontare un nuovo mondo, una nuova sanità, un nuovo modo di fare diagnosi nell'era della personalizzazione. Tutto è su misura, anche la sanità. E la vita è su richiesta, da accendere come i canali televisivi dell'era digitale, da abbottonare come camicia sartoriale modellata sulle nostre circonferenze, da personalizzare come cialda sulla torta di compleanno di un bambino. Le analisi altro non sono che pacchetti di informazioni dove il tuo stile di vita e la tua genetica si raccontano in range di valori ed è in quelle alterazioni che la vita può essere presa per mano e ricondotta a richiesta verso la normalità. Quando possibile, naturalmente. Quando il Signore vuole, indubbiamente.
Ma il laboratorio si racconterà soprattutto attraverso quelle sferette in linea, ovvero il percorso di ogni malattia che si manifesta gradualmente fino a diventare insidioso, critico, buio, il pallino nero, l'ultimo stadio prima di farsi monitorare. Ma poi trova noi, la & commerciale che io chiamerei la & del supporto & dell'accompagnamento, verso l'azzurro, verso la pulizia, verso il riassorbimento della patologia...fino a sfumare in colori celesti, la guarigione, il non pensarci più, il tutto passa al quale dovremmo sempre abituarci.
Non ho mai condiviso le targhe dorate, i titoli accademici cesellati in corsivo, il proliferare delle specializzazioni, l'autoincensazione. Noi siamo PIRO&SPINA, non sono i simboli a decretare la professionalità, ma l'accoglienza e il saper fare. E così il carattere maiuscolo è quasi ludico, imperfetto, non definito, così, tanto per non prendersi troppo sul serio, per ridurre la distanza tra scienza e società come mi hanno insegnato nell'autunno di Losanna. E il colore è l'azzurro di una bella giornata, l'azzurro del mare, l'azzurro di una salute recuperata pronta a scoppiare in questa preziosa fetta di tempo concessaci. Mi piacerà ascoltare i commenti dei nostri fedeli amici e clienti, di coloro che faranno uso del vocabolario, di quelli che avranno timore per questa inversione di rotta. Ma non c'è errore più grande del credere di abitare un mondo compiuto ed esaurito. Meglio un'assenza da colmare, che una presenza graveolente. Non c'è innovazione senza cambiamento, non c'è futuro nello stallo delle cose.

Possa questa estate non finire mai, non ho spazio a sufficienza per depositarvi tutta la mia fortuna.
...

"Il viaggiatore è simile al malato, è in bilico fra due mondi. Il cammino è lungo anche se ci si sposta soltanto dalla cucina alla stanza che guarda verso Occidente e sui vetri della quale si incendia l'orizzonte". (Jean Paul)

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